I viaggi che sogniamo e che speriamo di realizzare sono i viaggi che conserviamo ben riposti nel cassetto, mentre quelli che si sono avverati sono custoditi preziosamente nel cuore ;
questo viaggio è uno di quelli gelosamente protetti nel cuore .
L’ULTIMA FRONTIERA
Alaska 49th State
Il viaggio nella terra di frontiera inizia con lo sbarco ad Anchorage e direttamente in volo per Juneau, capitale dell’Alaska, dove abbiamo mangiato nel famoso RED DOG SALOON caratteristico locale della cittadina con la segatura sul pavimento e le pareti piene di cimeli.
Soprannominata dai suoi abitanti la “piccola San Francisco”, Juneau è una piccola cittadina portuale situata alla fine di uno splendido fiordo raggiungibile solo in aereo o via mare.
Nata come piccolo campo di minatori diventa, intorno al 1880, il punto di riferimento di tutti quelli che si spinsero al nord in cerca di fortuna.
Juneau divenne, infatti, tappa obbligatoria durante il periodo della più famosa corsa all’oro che ebbe come destinazione finale lo YUKON, dove ci recheremo nei prossimi giorni.
L’indomani ,partiamo per Gustavus in barca .
Arrivati non abbiamo nemmeno il tempo di capire dove siamo, che si riparte, sempre in nave, per cercare di avvistare le balene, non ci credevamo eppure eccole lì davanti a noi!
Uno spettacolo che ci lascia senza fiato sentire il loro respiro e ammirare i loro incredibili balzi fuori dall’acqua.
Ci servirà tutto il tragitto di ritorno, a Gustavus, per riuscire ad abbandonare il desiderio di tuffarci in quella lastra che è il mare nei fiordi e restare ancora in loro compagnia.
Gustavus, è situata appena
fuori dei confini del GLACIER BAY NATIONAL PARK, alla foce del Salmon
River.
Dormiamo in un
incantevole cottage immerso nel bosco, il Glacier Bay Lodge.
Subito alla sera un
incontro MOLTO ravvicinato con un cucciolo di alce e la sua mamma, in
un meraviglioso laghetto incantato a pochi metri dal Lodge.
Questo è solo il primo
giorno, perché la notte veniamo svegliati da tre irriverenti e
sfacciati scoiattoli che giocano sul tetto del lodge, a nulla servono
le nostre "rimostranze" che, anzi, sembrano divertirli molto.
La mattina si parte di
nuovo in mare ma questa volta il nostro obbiettivo non sono le
balene, che comunque ci accompagnano pigramente, ma i ghiacciai con i
loro iceberg che si tuffano direttamente in mare.
Immagini irreali si
mostrano davanti a noi come se il mondo iniziasse li, in mezzo alla
nebbia e in quella luce surreale.
I boschi si confondono
senza fine e gli uccelli marini d’ogni specie ci guardano
divertiti, ma all’improvviso una vista inaspettata, ……… un
GRIZZLY!!!!!!!!!!
Solo nei sogni pensavamo
di poter vedere un orso, libero e così da vicino, comportarsi con
naturalezza e rovesciare enormi pietre per cercare il suo piccolo ma
squisito crostaceo.
Nel salutarlo un’aquila
calva si leva in volo e gli passa sopra, in un quadro di natura intatta e perfetta .
Continuiamo nei fiordi
circondati da quei meravigliosi e buffi uccelli: i PUFFIN -
pulcinelle di mare, giungiamo infine al ghiacciaio in fondo ad un
fiordo, come una montagna in continuo movimento che si sgretola
proprio davanti ai nostri occhi.
Ritornati a Gustavus non
c’è tempo per ripensare ai posti visti che siamo già su un aereo
diretti a Juneau e da li ancora in volo per Anchorage.
Ma non si può stare
fermi in un paese così incredibilmente bello e quindi subito in
macchina verso il DENALI NATIONAL PARK.
Sembra incredibile ma
una tormenta di neve ci sorprende a metà strada e la tundra diventa
improvvisamente bianca, irreale, come in un paesaggio da fiaba.
Arriviamo al Denali Crow's Nest, nei pressi del DENALI N.P., se non fosse per il periodo, ci aspetteremmo di vedere passare BABBBO NATALE con le sue renne!
E’ l’una di notte e la luce
non accenna a diminuire.
Alla mattina un sole
splendente ci dà il buon giorno e di buon ora iniziamo i nostri giri
nel parco.
Laghi creati dai
castori, incorniciati dalle splendide montagne, ci lasciano senza
fiato.
Cani della prateria,
marmotte mormorate, capre di montagna, alci, caribou, scoiattoli e
GABBIANI, sì sì proprio gabbiani in montagna e aquile al mare ormai
nulla ci può sorprendere.
Invece il giorno dopo
prendiamo l’unico mezzo disponibile per visitare il parco immenso
del DENALI una corriera tipo scuola bus e ci appare per la prima
volta il Mc KINLEY, 6193 Mt, la più alta del nord America.
Ma non basta, lì, al
bordo della strada sterrata, un cucciolo e un altro e un altro ancora
e pochi mt più in là, la mamma, un meraviglioso Grizzly.
Che emozione poterli
guardare sereni e felici, tre cuccioli, cosa non comune, e non in un
documentario ma li davanti a noi imponenti e fieri.
Arriviamo sino a
KANTISHNA,
dopo 140 Km dentro il parco, dove abbiamo ammirato tutta
la fauna e la flora presente "cerchiamo" e "troviamo" l’oro.
Solo poche e piccole
pagliuzze ma tanto grandi da restare per sempre nel nostro cuore.
Dopo tre giorni, in
questo meraviglioso parco, si riparte per FAIRBANKS e poi ancora più
su, per la DALTON HWY per raggiungere il circolo polare artico.
Ma non ci riusciamo, la
strada è troppo danneggiata per la nostra macchina, dopo un’ora
percorsa a 20 mph decidiamo, a malincuore, di rinunciare.
Dopo una notte a
Fairbanks si riparte per TOK in una foresta infinita con paesaggi
irreali.
Incontriamo NORTH POLE
dove c’è la residenza ufficiale di SANTA CLAUS .
Non possiamo non
fermarci, per tornare un pò bambini, poi il viaggio
riparte.
TOK, ovvero il nulla
attorno ad una strada, anche se è uno dei nodi commerciali più
importante dell’ALASKA, ormai non ci stupisce più nulla.
... E da quì si parte per
la mitica DOWSON CITY, quella di ZIO PAPERONE, di ZANNA BIANCA e
delle fantasie da bambino di incredibili avventure.
Lungo la strada
conosciamo “per errore” un vero cercatore d’oro che ci
mostra le sue pepite.
Che voglia irrefrenabile
di fermarsi li a gustare per un po’ quella vita sognata nei libri
di JACK LONDON che sembra lì affianco a noi e nei nostri occhi.
Percorriamo la TOP OF
THE WORLD HIGHWAY, si passa dalla TAIGA alla TUNDRA, sino alla cima
delle montagne, dove il nulla è interrotto solo da una cittadina,
CHICKEN, dove l’oro è ancora presente nei volti dei suoi 150
abitanti.
Non si può descrivere
il non essere di una città ma ancora non avevamo visto il vero non
essere.
Ancora cento chilometri
e siamo al bar più sperduto che si può immaginare,
Poi due ore e siamo al confine con il CANADA e poi giù, sino a DOWSON
CITY.
Il traghetto non
attraversa solo lo YUKON ma ci porta indietro nel tempo :SALOON,
TEATRO, CASINO’ e ogni costruzione è rimasta com’era.
Un piccolo museo
fotografico ci fa capire come davvero tutto si sia fermato, mancano
solo il milione di abitanti che, ogni primavera, riempivano la città
per partire alla ricerca del grande filone d’oro.
Riorniamo a TOK per la
stessa strada ma anche se è faticoso lasciare queste terre: la febbre
dell’oro entra nelle vene ...
Superiamo TOK e ci
dirigiamo verso GLENNALLEN.
Non fosse per lo SLANA
RIVER che, per fare cinque metri verso il mare ci mette un’ora a
causa delle infinite anse, paludi, laghi e per il MATANUSKA GLACIER,
un’enorme distesa di ghiaccio che scende pigramente, la città non
offre granché.
Da lì si parte per
ANCHORAGE e finalmente il sole quasi tramonta.
Qui possiamo assistere,
nella baia, al fenomeno della bassa marea che ammireremo ancora lungo
tutta la strada che ci porta al KENAI FJORDS NATIONAL PARK.
Dormiamo a SEWARD,
un’altra meraviglia in fondo al fiordo.
Ed ora, il mio spirito
già provato dall’incontro con l’alce, l’orso, la natura
incontaminata di questo viaggio, ricevo il colpo fatale: la pesca al salmone .
Uno spettacolo affascinante, vedere le barche dei pescatori
scaricare cariole piene di salmoni o di halibut da 190 lb, lavorati proprio lì, sul porto.
L’indomani partiamo
per il nostro ultimo tour nei FIORDI ed ancora cetacei ed uccelli che si
lasciano ammirare mentre sorvolano uno splendido ghiacciaio.
Ed ora si parte in volo verso Los Angeles, atterraggio e subito di nuovo in macchina verso la città più evanescente ed allo stesso tempo effervescente del globo: LAS VEGAS.
Uno shock davvero grande passare dal silenzio degli infiniti spazi naturali dell'Alaska alle luci ed ai rumori della città senza nè notte e nè giorno.
E poi via, di nuovo
verso un deserto, il MOJAVE DESERT poi un altro il JOSHUA TREE N. P.,
dove riassaporiamo il silenzio della natura dove anche nel nulla c’è
vita.
Dormiamo nell’oasi di
TWENTY NINE PALMS.
Poi ci dirigiamo a Palm Springs attraversando la più grande centrale eolica del mondo per una tappa distensiva,
poi di nuovo a LOS ANGELES per ripartire questa volta per rientrare e rivivere questo fantastico viaggio e pensare al prossimo itinerario.
Poi ci dirigiamo a Palm Springs attraversando la più grande centrale eolica del mondo per una tappa distensiva,
poi di nuovo a LOS ANGELES per ripartire questa volta per rientrare e rivivere questo fantastico viaggio e pensare al prossimo itinerario.
Un viaggio del mese di Luglio 2003 rimasto nel cuore.
Icy
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